PAURAEDESIDERIO è la prima parte di una trilogia di indagine sull’uomo che il gruppo teatrale milanese Scimmie Nude porta avanti da qualche anno. Dopo MACCHINE e PERVERSIONI, torna a Milano l’incipit di questa ricerca che, per sua stessa natura, continua a mettere in discussione se stessa e le conclusioni – sempre che di conclusioni si possa parlare – a cui porta.
Come tutti i testi e gli spettacoli creati dal regista Gaddo Bagnoli, anima della compagnia, anche PAURAEDESIDERIO non ha una vera e propria trama, ma ci presenta una successione inesorabile e cruda di momenti della realtà di tutti i giorni. Gli uomini, le scimmie nude, sono posizionati sotto una lente di ingrandimento senza sconti e senza pietà, ma con grande ironia e spirito di autocritica.
Le paure che permeano la nostra esistenza, il desiderio che ci muove, in ogni sua sfumatura. Regista e attori (i bravi Claudia Franceschetti, Andrea Magnelli e Marco Olivieri) si muovono sul palco prendendo lo spazio, giocano con esso, creando disequilibri e geometrie fisiche, in un’alternanza continua che ci mostra quanto paura e desiderio siano profondamente legati e dipendenti una dall’altro.
“Un caos organizzato dominato da istinti perversi, morbosi e da una razionalità deviata a causa della esperienza umana: illusoria, virtuale, continuamente avvinta dal giudizio e dal pensiero castrante di dover prevalere, di farsi “vedere”, in qualunque modo, dagli altri”. Una scatola bianca – l’astrazione è una delle cifre distintive delle regie di Bagnoli, attento alla purezza dello spazio che favorisce la concentrazione e l’attenzione sulle sfumature – in cui tre personaggi intrecciano i propri sentimenti e le proprie esperienze.
Un tentativo di capire meglio quali pulsioni spingano gli uomini e le donne ad agire come agiscono, quali sono le cose che desiderano, che vogliono, che temono. E c’è da aspettarsi un finale, come ha scritto Livia Grossi, senza scampo.
Teatro